Monumento al partigiano, Bergamo
MEMO, il progetto delle memorie
L'uso antichissimo di lasciare traccia scritta su pietra di eventi importanti è parte essenziale di quel processo di costruzione di identità e memorie su cui fondare una collettività.
La guerra di Liberazione ha generato e continua a generare un vastissimo patrimonio di monumenti e lapidi, che rispecchiano in più modi l'eccezionalità di questo evento. Una lotta che, includendo anche Resistenza e antifascismo pre-resistenziale, viene presa come atto generatore della nostra democrazia moderna.
A margine dei monumenti ufficiali che giustamente punteggiano la Penisola vengono eretti cippi commemorativi ai caduti dalle famiglie, dai compagni o dagli scampati: è una naturale conseguenza del volontarismo e della natura popolare delle scelte dei partigiani e delle partigiane.
Se i monumenti innalzati dalle autorità sorgono nelle piazze principali e marcano i municipi, invece le memorie private vengono spesso poste a segnare i luoghi remoti delle battaglie o delle stragi e finiscono per definire una geografia memoriale non così evidente ma più esatta. Segnano la coincidenza di un luogo e di un tempo, storie piccole e grandi che diventano parte materiale di quel posto dove sono avvenute.
La capillarità di queste memorie sul nostro territorio ci restituisce fedelmente la drammatica pervasività di una guerra che non ha tralasciato di toccare alcun luogo e alcuna persona.
Una mappatura digitale, una riproduzione fedele online di questa realtà: è il punto di partenza da cui muove MEMO, ma non solo di un catasto è composto questo progetto.
Monumenti e percorsi
E quindi, in pratica, di cosa ci occupiamo?
Lapidi, monumenti, cippi, sacrari, statue, pietre d'inciampo e murali. Le forme con cui si realizza la permanenza delle memorie sono variabili, di ogni misura, di ogni materiale.
Tutte ci interessano.
I sentieri della memoria e i cammini dei partigiani, perché i luoghi della Resistenza sono non solo puntiformi e a volte sono viaggi. Percorsi di ogni tipo, urbani o montani, passeggiate e trekking, itinerari a cavallo, in bicicletta o in automobile sono da tempo un modo per vivere spazi che ancora vibrano di storia.
Forniamo una carta e le altimetrie di ogni percorso che censiamo, diamo indicazioni di massima sulle difficoltà, sui tempi e sulle distanze.
MEMO è partecipazione
Questo è un progetto partecipativo: niente di così ambizioso può essere fatto senza che tante persone diano il proprio contributo.
Inoltre MEMO è parte di un grande ecosistema di risorse che riguardano la Resistenza e la Liberazione.
Infatti abbiamo selezionato alcuni portali a carattere nazionale e di grande spessore, li usiamo per fornire contesto alle memorie che qui censiamo.
Naturalmente ci appoggiamo anche su una ricca bibliografia e su progetti che ci hanno preceduto.
Open data
Sfogliando il portale ci si rende presto conto della grande mole di informazioni che questo contiene.
Tutti questi dati possono essere usati in molti modi e MEMO è soltanto uno dei molti possibili.
Restituiamo la base dati di MEMO in maniera pubblica e aperta perché siamo certi che ci siano splendide possibilità di utilizzarli, che a noi non verrebbero mai in mente.
I dati sono pubblicati con una doppia licenza — Creative Commons Attribution 4.0 (CC-BY-4.0) e Open Database License (ODbL), si può liberamente scegliere l'una o l'altra a seconda delle proprie esigenze — e sono consultabili tramite un'apposita interfaccia. Attenzione: le foto invece sono disponibili con altre licenze, a seconda della scelta che hanno fatto i vari autori.
Qualche numero
La nostra personale stima della quantità di monumenti e memorie che vorremmo includere in MEMO si aggira sui 20.000.
Al momento abbiamo censito 3929 monumenti, documentandoli con 7927 fotografie. Oltre il 50% di queste foto è licenziato con Creative Commons Attribution 4.0, per favorirne la massima diffusione.
Sono 202 i percorsi che potete trovare in MEMO.
Chi fa MEMO
MEMO è un progetto dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ed è stato inaugurato il 6 giugno 2024, per gli ottanta anni dalla fondazione dell'ANPI.
È stato ideato ed è diretto da Giovanni Baldini. La redazione è composta semplicemente dai più assidui collaboratori, che vagliano e valutano tutte le proposte di nuove memorie.
MEMO è memoria attiva, serve a ricordare per poi fare, per sé e per gli altri.
Il nome MEMO può essere letto anche come acronimo di "memorie e monumenti", perché i monumenti sono uno dei nostri capisaldi. Ma può essere anche acronimo di "memoria in movimento", perché l'altro caposaldo sono i percorsi. Ci piacciono entrambi e non abbiamo mai preso una decisione definitiva.